iColor Magazine - anno 2023 - numero 11

46 AZIENDE DI FAMIGLIA: IL FUTURO IN 4 MOSSE LEGGE & FISCO Meno del 15% delle imprese a conduzione familiare arrivano alla terza generazione. Un passaggio di consegne che però può avvenire attraverso quattro precisi istituti giuridici. Vediamo quali sono. PAROLA ALL’ESPERTO ANTONIO PINTO Avvocato dal 1995, Patrocinante in Cassazione e giurisdizioni superiori, componente del Comitato degli Operatori di Mercato e degli Investitori Consob, Presidente Regionale Conf-Consumatori, Presidente Camera Arbitrale e della Mediazione CCIAA-BA, Consigliere CCIAA BA. Componente del comitato scientifico di Consumerismo ® il Giornale dei Consumatori, in materia di diritto bancario e mercati finanziari. Esperto in prodotti finanziari e bancari, diritto societario, appalti e diritto del commercio. Il tessuto economico italiano, come noto, presenta un numero rilevante d’imprese a conduzione familiare. Guardando però la percentuale relativa a quante imprese sopravvivono alla terza generazione, si rileva come il dato sia drammaticamente basso: non supera il 15%! Le cause possono essere molteplici ma certamente una di queste è anche la scarsa attenzione data alle singole fasi che si attraversano in presenza di un passaggio generazionale. Descriviamo i quattro metodi o strumenti che rappresentano le principali modalità per attuare al meglio questo percorso. 1. IL PATTO DI FAMIGLIA Con il Patto di Famiglia introdotto nel 2006, il legislatore ha voluto conciliare il diritto degli eredi legittimari (aventi diritto) con l’esigenza dell’imprenditore che intende garantire alla propria azienda una successione predeterminata, a favore di uno o più dei propri discendenti, ritenuto più idoneo a proseguire l’attività di impresa. È prevista, da una parte, la liceità di accordi in tal senso e, dall’altra parte, la predisposizione di strumenti di tutela dei legittimari che siano esclusi dalla proprietà dell’azienda stessa. In sintesi, si consente all’imprenditore di scegliere il “successore” tra i propri discendenti, ma nel contempo si tutelano anche gli altri che ne avrebbero ugual diritto (legittimari). In questo modo, il legislatore ha voluto dare una forma di tutela ai non prescelti richiedendo la loro partecipazione al patto, soprattutto per evitare successive future contestazioni. Il Patto di Famiglia prevede quindi che sia l’imprenditore stesso a scegliere il suo erede nella conduzione dell’impresa, ma nello stesso tempo prevede che agli esclusi sia concesso uno o più benefici ritenuti da essi stessi giusti e idonei; i più comuni sono: il diritto al mantenimento in ragione delle qualità e quantità del lavoro prestato, il diritto di partecipazione agli utili, somme di danaro, ecc.

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